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DANIELA RENISI – PRESIDENTE FEDERALBERGHI PESCARA: BUONE ASPETTATIVE PER LA STAGIONE ESTIVA E VOGLIA DI VIAGGIARE AI LIVELLI PRE-PANDEMIA, ANCHE SE FRENATA DALL’INCERTEZZA ECONOMICA

La Presidente di Federalberghi Pescara Daniela Renisi commenta i risultati dell’Osservatorio Confturismo, sezione di Confcommercio dedicata al turismo:

 

“Le premesse per l'estate 2022 sono buone.  Anche per la provincia di Pescara abbiamo buoni segnali con prenotazioni e richieste soprattutto dal nord Italia e un discreto ritorno anche di turisti stranieri rispetto alle ultime stagioni. Di certo è tornata la voglia di tornare a viaggiare mettendosi alle spalle due anni di pandemia anche se l’incertezza economica legata all’inflazione e al caro energia frena ancora le scelte dei viaggiatori.

I dati dell'Osservatorio Confturismo evidenziano che l’indice di propensione al viaggio è tornato allo stesso livello pre-pandemia a 67 punti (su scala da 0 a 100) e 23 milioni di italiani tra i 18 e i 74 sono intenzionati a partire nel periodo estivo. Di questi 23 milioni però solo 4 su 10 hanno già prenotato un viaggio, mentre per i restanti rimane per ora solo l’intenzione che probabilmente si tradurrà in prenotazione tardiva, se non addirittura “last minute”. 

Un dato confortante è anche quello relativo all’aumento del “raggio degli spostamenti” dei viaggiatori che di norma è indice di una maggiore propensione alla spesa: l’85% degli italiani sceglierà mete nazionali, in 6 casi su 10 al di fuori della propria regione, mentre il restante 15% programma un viaggio all’estero.

Per la vacanza principale, quella di 7 giorni o più a destinazione, la media di spesa sarà di 1.080 euro, che si riducono a poco più di 600 euro per i break di almeno 3 giorni e circa 300 euro per i week end.

Un dato importante per il nostro comparto è quello relativo alla preferenza per la vacanza in albergo. Se ad aprile di un anno fa, per la vacanza estiva principale, il 34% degli intervistati optava per l’affitto di una casa, mentre il 26% sceglieva un albergo, oggi è l’esatto contrario: il 31% andrà in una struttura alberghiera e il 21% in case in affitto. E’ stato quindi superato il timore di trascorre molto tempo in un contesto frequentato da altre persone che non si conoscono si riaffaccia l’attenzione per la comodità e il servizio e per una vacanza all’insegna del “dolce far niente” che solo una struttura alberghiera può offrire.

Resta solo la nota dolente della carenza del personale che riguarda non solo il settore strettamente alberghiero ma tutto il comparto dell’ospitalità, compresi ristoranti e stabilimenti balneari, e che rischia di creare problemi al turismo nel clou della stagione”.

 

 

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