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PENSIONI: GLI AUMENTI PER IL 2014

Per il 2014 i pensionati dovranno accontentarsi di un aumento pari appena all’1,3%.

Da tempo l’adeguamento delle pensioni al costo della vita (la cosiddetta perequazione automatica) è sotto accusa, ma la proposta di individuare un nuovo paniere (elenco delle voci più ricorrenti di spesa) per l’effettivo potere di acquisto dei pensionati e dei cittadini con redditi per ora non ha ancora trovato accoglimento.

La situazione resta aperta, assieme alla speranza di tanti pensionati che si confrontano con un sistema pensionistico iniquo per tanti privilegi e deroghe che coesistono e resistono.

Ma vediamo cosa succederà da gennaio prossimo.

La percentuale dell’1,3% viene calcolata in via provvisoria, tenendo conto dell’andamento del costo della vita nel periodo 1° gennaio – 30 settembre 2013, mentre quella definitiva si conoscerà nel corso del 2014.

Se essa risulterà più elevata, con la rata di gennaio 2015 i pensionati recupereranno la differenza.

Ogni anno, sia l’Inps che gli altri enti previdenziali lavorano su un valore provvisorio di inflazione. Difatti, se aspettassero il dato definitivo di dicembre non sarebbero in grado di mettere in pagamento gli aumenti con l’inizio dell’anno.

MINIMO E TRATTAMENTI SOCIALI

Con l’incremento dell’1,3% il trattamento minimo sale da 495,43 a 501,87 euro al mese, seguendo un progressivo mensile di 6,44 euro.

Allo stesso modo si procede ad adeguare anche le prestazioni assistenziali a favore dei cittadini in stato di bisogno.

L’assegno sociale, cioè la prestazione introdotta dalla Riforma “Dini” per tutti coloro che hanno compiuto 65 anni (65 anni e 3 mesi dal 2013) dopo il 31 dicembre 1995, passa da 442,30 a 448,05 euro al mese, mentre la pensione sociale, prevista per gli ultrasessantacinquenni che hanno raggiunto l’età prima del dicembre ’95, sale da 364,51 a 369,25 euro al mese (vedi Tab. A).

 

PENSIONE AL MILIONE

Chi ha ottenuto la maggiorazione fino ad un milione di lire al mese può contare dal 2014 su un assegno di 638,75 euro. La cifra si ricava sommando all’importo del trattamento minimo di 501,87 euro la maggiorazione di 136,88 euro prevista dalla legge n. 127/2007, che ha aumentato le pensioni basse.

La maggiorazione spetta ai pensionati meno abbienti dai 70 anni in su (60 anni se invalidi totali).

Nel 2014 ne potranno beneficiare coloro che hanno un reddito personale annuo non superiore a 8.303,75 euro, o che non vada oltre 14.128,40 euro cumulato con quello del coniuge, se sposati (vedi Tab. B).

Si considerano tutti i redditi di qualsiasi natura, compresi quelli esenti o tassati alla fonte come gli interessi bancari e postali, i rendimenti di Bot e altri titoli. Nel computo rientrano le rendite Inail e gli assegni assistenziali.

Bisogna denunciare tutti i redditi, tranne quelli provenienti da:

-         casa di abitazione;

-         pensioni di guerra;

-         assegno di accompagnamento;

-         trattamenti di famiglia;

-         importo aggiuntivo di 154,94 euro previsto dalla legge 388/2001;

-         sussidi erogati da Enti pubblici senza carattere di continuità;

-         indennizzo a favore di danneggiati da vaccinazioni, trasfusioni e emoderivati.

PENSIONI SUPERIORI AL MINIMO

In questi ultimi 15 anni di vita la perequazione, per i pensionati con importi superiori al “minimo”, è stata oggetto di particolare attenzione da parte del legislatore, che ha rivisto le regole allo scopo di aggiustare i conti pubblici.

Per il biennio 2012/2013 che si chiude, la Manovra “Monti/Fornero” del 2011 ha stabilito che la rivalutazione andasse riconosciuta esclusivamente alle pensioni d’importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo Inps, nella misura del 100%.

Per questo 2013, in particolare, poiché il trattamento minimo Inps del 2012 è stato pari a 481,00 euro mensili, la perequazione provvisoria al tasso del 3% è stata applicata per intero sulla quota di pensione non superiore a 1.443,00 euro mensili, mentre non è stata applicata sulla quota superiore a 1.443,00 euro (salvo il correttivo previsto dalla “clausola di salvaguardia”).

In altre parole, il correttivo ha funzionato così: le pensioni d’importo compreso tra 1.443,00 euro (tre volte il trattamento minimo Inps) e 1.486,29 euro (tre volte il trattamento minimo Inps più la rivalutazione del 3%) hanno ottenuto una rivalutazione d’importo tale che garantisce una pensione di 1.486,29 euro.

Dal 1°gennaio 2014 la situazione dei pensionati riguardo la perequazione sarebbe dovuta ritornare alle regole ordinarie. Invece il disegno di legge di stabilità per il 2014, approvato dal Consiglio dei Ministri ma non ancora dal Parlamento, prevede una nuova stretta.

Se la norma contenuta nel provvedimento di Legge di Stabilità verrà approvata (dal Senato e dalla Camera) senza modifiche, la rivalutazione delle pensioni per l’anno 2014 al tasso provvisorio dell’1,3%, risulterà nel modo seguente:

-         Nella misura dell’1,3% per le pensioni complessivamente pari o inferiori a 19.321,77 euro annui, ossia 1.486,29 euro mensili;

-         Nella misura dell’1,17%% per le pensioni complessivamente superiori a 19.321,77 euro annui (euro 1.486,29 mensili) e fino a 25.762,36 euro annui (1.981,72 euro mensili);

-         Nella misura dello 0,975% per le pensioni complessivamente superiori a 25.762,36 euro annui (euro 1.981,72 mensili) e fino a 32.202,95 euro annui (2.477,15 euro mensili)

-         Nella misura dello 0,65% per le pensioni complessivamente superiori a 32.202,95 euro annui (euro 2.477,15 mensili) e fino a 38.643,54 euro annui (2.972,58 euro mensili);

-         Nessuna rivalutazione per le pensioni complessivamente superiori a 38.643,54 euro annui (2.991,84 euro mensili compreso la clausola di salvaguardia; al riguardo vedi Tab. C.

Il blocco delle pensioni e la riduzione all’adeguamento del costo della vita sono la parte più grave, iniqua e dolorosa introdotta dal legislatore.

Sono misure decisamente impopolari. La semplice fissazione di una soglia legata al minimo Inps determina uno “scalone” tra chi riesce comunque ad ottenere una rivalutazione “piena” e chi, ricevendo qualche euro in più, si vede ridotti o azzerati gli incrementi.

Non si tratta di un prelievo una tantum, ma di un taglio che sta producendo effetti permanenti e crescerà nel tempo.

Tale sistema di adeguamento delle pensioni non ha mai tutelato concretamente il reale potere di acquisto dei pensionati, che negli ultimi 15 anni ha subito oltre il 30% di perdita.

Questi provvedimenti stanno comportando un duro sacrificio per i pensionati.

Sono in molti a pensare che le esigenze di contenimento della spesa pubblica, della salvaguardia del bilancio dello Stato e di tenuta finanziaria del sistema previdenziale, possono essere salvaguardati con una seria lotta all’evasione, agli sprechi di spesa, alla corruzione e alle tante ruberie.

Il blocco e/o la riduzione del costo della vita sulle pensioni sono soluzioni (sei volte in 15 anni) non assolutamente ispirate a criteri di ragionevolezza.

E’ evidente che a tali inique misure nei confronti dei pensionati, di dubbia legittimità costituzionale, va data una risposta.

E’ per questo motivo che la nostra Associazione 50&Più sta intraprendendo tutte le possibili azioni in sede legislativa e giudiziaria, senza escludere alla fine di adire anche la Corte di Giustizia europea.

TAB. A LE NUOVE CIFRE DAL 1° GENNAIO 2014

TIPO DI PENSIONE

IMPORTO MENSILE

Fondo lavoratori dipendenti:

- trattamenti minimi (1)

501,87 euro

Gestione speciali lavoratori autonomi: (artigiani, commercianti, coldiretti)

- trattamenti minimi (1)

501,87 euro

Pensioni con maggiorazione “ad un milione” (516,46 euro)

638,75 euro

Pensioni inferiori al minimo e pensioni “supplementari”

+ 1,3 %

Pensioni sociali (2)

369,25 euro

Assegni sociali (3)

448,05 euro

  1.  il trattamento minimo viene riconosciuto a tutti coloro che hanno un reddito personale non superiore a € 6.524,31 l’anno se vivono da soli e di € 19.572,93 se coniugati
  2.  Prevista fino a dicembre 1995
  3. Prevista da gennaio 1996 in poi

TAB. B - REQUISITI PER OTTENERE GLI AUMENTI 2014

TIPO DI PENSIONE

ETÀ

MINIMA

LIMITE DI REDDITO ANNUO

PENSIONATO SOLO

PENSIONATO CONIUGATO

Trattamento AGO*

70**

8.303,75

14.128,40

Assegno/Pensione Sociale

70

8.303,75

14.128,40

Invalidi civili totali, ciechi, sordomuti e pensionati invalidità Inps

60

8.303,75

14.128,40

* Trattamenti dell’assicurazione generale obbligatoria dell’Inps (AGO) con importo

inferiore a 638,75 euro.

** L’età scende di un anno per ogni cinque anni di contributi versati.

TAB. C - PEREQUAZIONE PENSIONI SUPERIORI AL MINIMO (1)

Importo pensione 2013

Aumento (in percentuale) nel 2014

Fino a 1.486,29 euro

1,3%

Tra 1.486,30 e 1.505,61 euro

Aumento che garantisce una pensione pari

a 1.505,61 euro mensili (clausola di salvaguardia)

Tra 1.505,62 e 1.981,72 euro

1,17%

Tra 1.981,73 e 2.004,91 euro

Aumento che garantisce una pensione pari

a 2.004,91 euro mensili (clausola di salvaguardia)

Tra 2.004,91 e 2.477,15 euro

0,975%

Tra 2.477,16 e 2.501,30 euro

Aumento che garantisce una pensione pari

a 2.501,30 euro mensili (clausola di salvaguardia)

Tra 2.501,30 e 2.972,58 euro

0,65%

Tra 2.972,59 e 2.991,84 euro

Aumento che garantisce una pensione pari

a 2.991,84 euro mensili (clausola di salvaguardia)

Oltre 2.991,84 euro

Nessun aumento

(1) Previsione elaborata in base al ddl di Stabilità 2014 e sulla base del tasso di rivalutazione dell’1,3%


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